Euclid e Roman alla ricerca dei misteri dell’energia oscura

Euclid e Roman alla ricerca dei misteri dell’energia oscura

Una cosa è certa: l’universo va incontro ad una vera e propria espansione nel corso del tempo. Quello a cui si fa riferimento, parlando di questa accelerazione, è in realtà, però, un mistero. La scienza non è ancora riuscita a spiegare quali sono tutte le informazioni che riguardano proprio l’espansione dell’universo, a quali parametri fare attenzione per saperne di più. Non si sa nemmeno quale possa essere la ragione alla base di questo processo a cui è soggetto l’universo.

Sono state effettuate varie ipotesi nel corso del tempo da parte degli astrofisici, che si sono dedicati alla possibilità di trovare una spiegazione a questo fenomeno. Una di queste ipotesi è quella relativa alla presenza dell’energia oscura, un’energia avvolta dal mistero, che non può essere rilevata in maniera diretta.

Alla ricerca di un mistero cosmico

L’obiettivo della missione Euclid, che è stata messa a punto dall’ESA, è anche quello di compiere un’esplorazione alla ricerca dei misteri che l’universo ancora nasconde. Tutto parte con il lancio di Euclid, che avviene nella giornata dell’1 luglio 2023.

Ma Euclid non sarà l’unico “occhio” che scruterà il misterioso universo, visto che un altro telescopio avrà il compito di accompagnare Euclid nello spazio, per una missione che avverrà entro il mese di maggio del 2027. Stiamo parlando di uno strumento della NASA chiamato Nancy Grace Roman Space Telescope.

Anche in questo caso, in un vero e proprio lavoro complementare, Euclid e il telescopio della NASA cercheranno di effettuare delle misurazioni di questa espansione, garantendo agli scienziati dei dati molto più precisi rispetto a quanto era stato fatto fino ad ora.

Che cosa sfugge ancora alla scienza?

Una delle scoperte più interessanti che riguardano questo settore è quella compiuta da Georges Lemaître nel 1927. L’astronomo ha compreso che l’universo era protagonista di un’espansione fin dal momento della nascita. Anche Edwin Hubble ha confermato queste osservazioni successivamente, qualche anno dopo.

Gli esperti, però, credevano che, a causa della gravità presente, l’espansione in questione potesse rallentare in modo graduale. Sono passati molti anni e, relativamente di recente, chi si occupa di studiare l’universo ha fatto delle scoperte davvero interessanti. Infatti è stato visto negli anni ’90 che c’è qualcosa di misterioso che ha avuto un’influenza importante nell’espansione dell’universo.

Potrebbe trattarsi dell’energia oscura? Questo ancora non lo sappiamo, ma è rimasto evidente nel corso del tempo che l’espansione dell’universo si trova in una fase di accelerazione e non di diminuzione.

Tutto ciò vuol dire che ci sono alcune informazioni che sfuggono alla scienza attuale. In effetti non si può sapere quali siano le cause di questo fenomeno, anche perché gli esperti non hanno compreso se il fenomeno sia dovuto ad una forma di energia misteriosa di cui si sa molto poco oppure se ci sono delle conoscenze sulle “leggi” che regolano la gravità che dovrebbero essere riviste.

Euclid e Roman alla ricerca di risposte

I due telescopi avranno anche questo compito molto importante: cercare di trovare delle risposte a cosa sia dovuta l’accelerazione dell’espansione dell’universo. Per farlo, dovranno tentare di compiere analisi di vario tipo, costruendo delle vere e proprie mappe del cosmo in tre dimensioni.

Entrambi i telescopi si completano a vicenda, per restituire delle informazioni dettagliate.

La strategia che viene impiegata dai due strumenti lanciati nello spazio è quella che ha il nome di lente gravitazionale debole. La lente gravitazionale è un fenomeno che avviene quando una massa non fa altro che deformare ciò che costituisce lo spazio-tempo. Se la massa è più elevata, più alta sarà anche la curvatura che viene a crearsi.

Se alla base è presente della materia oscura, le possibilità di scovare delle informazioni diventano più complesse, proprio perché si ha a che fare con una massa che ha una minore concentrazione. I due strumenti spaziali potranno proprio analizzare le informazioni che riguardano queste “debolezze”, creando una mappa specifica che riguarda la materia oscura e che ci potrebbe dire di più su questo aspetto.

Due occhi puntati sull’universo

Ma come operano i due telescopi che sono alla ricerca di risposte sul modo in cui si espande l’universo? Roman avrà il compito di agire in uno spazio inferiore, dal punto di vista dell’estensione, rispetto ad Euclid. Infatti agirà su 2.000 gradi quadrati. Potrà, però, fornire dettagli più precisi, esplorando con gli infrarossi un periodo di tempo corrispondente anche a quando l’universo contava su un’età di 2 miliardi di anni.

Per quanto riguarda Euclid, invece, l’osservazione sarà basata su un’estensione di 15.000 gradi quadrati. Il telescopio utilizza gli infrarossi e le lunghezze ottiche della luce. Restituirà, comunque, dettagli con una minore precisione rispetto a Roman, perché andrà all’indietro in un periodo che potrà arrivare a 10 miliardi di anni. In questo periodo l’universo aveva un’età di 3 miliardi di anni.